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venerdì 28 luglio 2017


La nuova giustizia penale tributaria. I reati. Il processo
 A. Giarda, A. Perini, G. Varraso

Partendo dalla base costituita da un commento a prima lettura, del d.lgs. 24 settembre 2015, n. 158, i contributi si sono soffermati su un'analisi di tutte le modifiche apportate al testo del d.lgs. n. 74 del 2000, attraverso un'esegesi rigorosa, che non si è limitata a chiarire contenuti e presupposti di ogni singola fattispecie, sostanziale e processuale, ma ha cercato di sondare le proiezioni del sistema tributario nel suo complesso, interno e sovranazionale. Lo sguardo è andato "oltre la siepe", ad esaminare temi contigui e complementari, quali sono quelli dell'"abuso del diritto", dell'"elusione" e della "voluntary disclosure". Lo sforzo che ha fatto da leitmotiv per i curatori ed i collaboratori è stato quello di coniugare il rigore dell'analisi scientifica con la preoccupazione di suggerire indicazioni operative utili nella quotidianità del foro e della prassi. Studiosi ed operatori lo potranno verificare. Sullo sfondo culturale dei curatori è stata presente anche un'aspirazione che si potrebbe definire istituzionale: consolidare il principio di stretta legalità nel difficile equilibrio tra Stato e Contribuenti in relazione al delicato e complesso contenzioso tributario tra esigenze di difesa sociale ed inviolabilità del diritto di difesa.

L'ordine europeo di protezione
La tutela delle vittime di reato come motore della cooperazione giudiziaria


Cooperazione giudiziaria internazionale e tutela delle vittime di reato: queste sono le coordinate di fondo della manovra culminata con l’approvazione del d.lgs. 11 febbraio 2015, n. 9. In attuazione della direttiva 2011/99/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 dicembre 2011, sull’ordine di protezione europeo, anche l’Italia – al pari di molti altri Paesi europei – ha risposto (quasi) tempestivamente alla richiesta di dotarsi dei necessari strumenti affinché le vittime di reato possano circolare liberamente nello spazio comune di libertà, sicurezza e giustizia, senza perdere le misure di protezione ad esse riconosciute in funzione della loro salvaguardia da atti di rilevanza penale. Trova disciplina, così, nel codice di procedura penale, l’ordine europeo di protezione: passaporto speciale di quelle cautele che, stabilite in uno Stato (c.d. di emissione), vengono – salvo tassative eccezioni – riconosciute da un altro Stato (c.d. di esecuzione). Il volume, muovendo da un’indagine interna e comparata sul principio del mutuo riconoscimento, come base per la cooperazione giudiziaria, offre un esame completo e critico del d.lgs. n. 9 del 2015, non senza dedicare spazio alle risposte offerte da altri ordinamenti europei in materia di ordini di protezione.

HERVÉ BELLUTA è professore associato di Diritto processuale penale nell’Università di Brescia, dove insegna teoria generale del processo penale e giustizia penale europea. Si è occupato, in particolare, di prova, contraddittorio e poteri istruttori del giudice; negli ultimi anni, ha concentrato la propria ricerca sul processo penale alle società, sulle impugnazioni e sulle vittime di reato.

MASSIMO CERESA-GASTALDO è professore ordinario di Diritto processuale penale nell’Università Bocconi di Milano, dove insegna diritto processuale penale e procedura penale delle società. Ha indirizzato l’attività di ricerca su diversi aspetti del processo penale, dedicando attenzione, in particolare, ai temi dei diritti dell’imputato, delle misure cautelari personali e reali, delle prove, delle indagini preliminari, delle impugnazioni e dell’esecuzione penale, nonché alla materia della responsabilità delle persone giuridiche.